diventa donatore
Chi intende diventare donatore di sangue può recarsi presso una sede o un centro di raccolta Avis o un Servizio trasfusionale dell’ospedale della propria città. Colloquio con il medico Il colloquio aiuterà a stabilire l’idoneità e ad individuare quale tipo di donazione è più indicata: sangue intero o aferesi. Dopo la visita medica verrà effettuato il prelievo del sangue necessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti per accertare l’idoneità al dono.
PERCHE' DONARE
chi può donare
Età : compresa tra 18 anni e i 60 anni (per candidarsi a diventare donatori di sangue intero) , 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico Peso: Più di 50 Kg Pulsazioni: comprese tra 50-100 battiti/min (anche con frequenza inferiore per chi pratica attività sportive) Pressione arteriosa: tra 110 e 180 mm di mercurio (Sistolica o MASSIMA) / tra 60 e 100 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA)
Stato di salute: Buono
Stile di vita: Nessun comportamento a rischio.
Associarsi
Iter associativo
L’iter associativo è composto da tre fasi.
Contatto telefonico
(+39) 0565 704008
sanvincenzo.comunale@avis.it
iTER
PERCORSO DONAZIONE
Iscrizione all'AVIS
Il candidato donatore si iscrive presso la sede di competenza
Esami di prequalificazione
Al candidato viene dato un appuntamento per gli esami di prequalificazione
Idoneità
Colloquio e Visita di idoneità presso il Centro Trasfusionale
Donazione
Se idoneo, appuntamento per la donazione
Donazione differita
Donazione Differita tra opportunità e cambiamento
Sei dei nostri!!!
Dal 1° Gennaio 2015, su tutto il territorio della Regione Toscana, è applicato ai soci aderenti alle associazioni del dono del sangue, la pratica della donazione differita. Si applica ai candidati donatori (socio appena iscritto, mai nel passato con esperienza di donatore di sangue o plasma) e a tutti coloro, che per vari motivi non donano da oltre 24 mesi.
Il tema della donazione differita è stato oggetto di lunga e complessa discussione all’interno delle Associazioni. C’è voluto tempo per comprendere a pieno le motivazioni e le valenze della donazione differita e solo dopo un ampio confronto al nostro interno e dopo una valutazione delle esperienze già maturate in altre Regioni come ad esempio in Sicilia, nelle Marche ed in Emilia Romagna ci sono state le condizioni per un esame definitivo delle problematiche organizzative e delle aspettative quali quantitative connesse all’attivazione del percorso della donazione differita nella nostra Regione. E’ proprio per questo percorso lungo e complesso che oggi le Associazioni del dono del sangue e del plasma della Regione Toscana sono in grado di esprimere con convinzione e con consapevolezza che la donazione differita è un percorso virtuoso ed ineludibile per la realizzazione di un sistema trasfusionale all’altezza delle aspettative di un sistema sanitario di eccellenza come quello toscano e soprattutto sicuro e affidabile per i malati ricoverati nei nostri ospedali.
Siamo pienamente consapevoli delle difficoltà organizzative e delle difficoltà di far apprezzare i cambiamenti per il loro valore di innovazione, di innalzamento della qualità e della sicurezza del sistema ma questo non ci impedisce di percepire le tantissime valenze della donazione differita che può costituire una occasione importantissima di acquisizione di una piena consapevolezza delle enormi valenze del percorso di donazione del sangue che oltre a assicurare la disponibilità di emocomponenti sicuri costituisce un formidabile percorso di creazione di capitale sociale di una comunità, di rafforzamento della coesione sociale e di realizzazione di un vero percorso di integrazione.
Infatti con la prima donazione differita si avvia in modo concreto il percorso di donazione periodica e consapevole che vede il donatore e l’Associazione protagonisti in termini di maggiore tutela della salute del donatore stesso e del ricevente, grazie a:
– adeguata informazione;
– educazione alla salute;
– promozione di stili di vita positivi;
– maggiore frequenza di controlli sanitari;
– miglior controllo anche in sede di identificazione e controlli pre e postdonazione;
– massima confidenzialità medico – donatore;
– responsabile autoesclusione;
– emovigilanza;
– individuazione di eventuali stati “prepatologici” e monitoraggio dello stato di salute del donatore con azioni preventive;
– migliore programmazione;
– avvio a diverse tipologie di donazione;
– aumento del senso di appartenenza associativa;
– azione di rinforzo sociale positivo su altre persone con cui il donatore interagisce.
Per tutte queste motivazioni la nostra Associazione, insieme alle altre, esprimono adesione al percorso di implementazione della prima donazione differita convinte che si tratti di un percorso culturalmente strategico per garantire la valorizzazione della disponibilità dei cittadini a donare sangue ed emocomponenti, incrementando qualità, sicurezza e programmazione.